Soggiornare nel borgo
Le Antiche Dimore del Terziere sono un insieme di edifici molto antichi e di notevole valenza storica, restaurate con la massima fedeltà e arredate in modo esemplare con mobili antichi autentici dei secoli scorsi.
Le case che oggi compongono l’insieme delle Antiche Dimore del Terziere erano già presenti nell’alto medioevo, quando Castiglione apparteneva ai territori dei principi Estensi, che dopo il 1202 circa passeranno ai principi Malaspina era già presente nei primi anni del Trecento e contribuivano a comporre il castrum (luogo fortificato che difendeva il fortilitium) composto dall’ integrazione di edifici alto e basso medioevali e muraglie difensive che risalgono al Quattrocento, in quanto restaurate da Lorenzo dei Medici, il Magnifico. Il ‘panorama’ storico, ampio e nobile, e il panorama spaziale a tutto campo fanno di Castiglione del Terziere un unicum anche per altre meravigliose motivazioni culturali che colmano l’attuale castello, e cioè l’antico fortilitium.
La via romana nel suo tragitto di fondo valle, in località Vallescura (dove si osservano i resti vistosi di una fabbrica settecentesca di laterizi, archeologia industriale) deviava per raggiungere il complesso fortificato di Castiglione (castellum – one), e altrettanto faceva, in seguito la via romea o francigena, per raggiungere un vasto hospitale importante per il ristoro dei viandanti.
Sovrastava e dominava il castrum il fortilitium che si fa risalire ai secoli VIII – IX d. C. e che si trasformerà nei secoli futuri gradualmente prima in ‘castello’ residenza del Vicario Imperiale, il condottiero Castruccio Castracani, e del suo Stato Maggiore, e poi, per secoli in palatio di ressidenti‘, sede della Rappresentanza in Lunigiana del Governo, e della Magistratura Fiorentina, prima Repubblicana e Medicea poi, in Lunigiana La storia di Castiglione del Terziere in epoca rinascimentale è infatti caratterizzata dalla numerosa presenza di Magistrati, Giudici, e Notai per il Governo Civile di quella enclave fiorentina, che era in tutto e per tutto isolata e ‘disgionta’ dalla Capitale della Toscana.
Dopo Castruccio il dominio dei Castiglione del Terziere (che aveva assunto l’attributo del ‘terziere’ nel 1275) fu primo marchese esclusivo del feudo imperiale Franceschino Malaspina, ramo dello Spino fiorito, detto ‘il Soldato’, che ricoprì incarichi di notevole rilievo politico, quali, Capitano di guerra della Repubblica Fiorentina, Visconte di Luni, Podestà di Milano. Nel Secolo XVI nacque a Castiglione del Terziere il Condottiero mediceo Giovanni Segalara, che si distinse vittoriosamente in numerose battaglie.
Oggi, e ormai da 40 anni, nel castello di Castiglione del Terziere ha Sede il Centro di Studi Umanistici ‘Niccolò V‘ (il grande papa nativo di Lunigiana) dotato di una importante biblioteca di storia patria, di materia umanistica, di letteratura italiana, liberamente aperta a migliaia di studiosi e studenti ogni anno. Il profumo di una cultura pregnante si avverte nell’aria, e le Antiche Dimore del Terziere risultano essenziali per accogliere studiosi, letterati, artisti, e altre persone che desiderano il silenzio e la quiete interiore.
Dimora del “Gallo”
Distribuita su un piano, 3 posti letto, 1 camera matrimoniale, 1 soggiorno letto singolo, 1 cucina, 1 bagno, piazzetta esterna
Dimora del “Giglio”
Distribuita su un piano, 3 posti letto, 1 camera matrimoniale, 1 soggiorno con angolo cottura, 1 divano letto, 1 bagno
E’ un antico edificio così chiamato perché dal Quattrocento, e per oltre tre secoli, ha costituito gli alloggiamenti della guarnigione fiorentina, e il giglio, come è noto, è simbolo di Firenze. La casa è addossata al muro di cinta del borgo soprano, muro antichissimo, restaurato nella seconda metà del Quattrocento per ordine di Lorenzo de’ Medici.
Di fianco alla casa vi è la porta quattrocentesca di accesso al borgo. Le attuali finestre dell’edificio erano in origine feritoie, che furono allargate nel Seicento per dare più luce alle stanze.
La casa è disposta su due piani, ed è composta da quattro stanze, due per piano, da una toilette con doccia sia al piano terra sia al primo piano. I soffitti delle due stanze al piano terra sono a volta, e da una delle due stanze si accede a una vasta loggia (anticamente loggia dei mercanti), pavimentata con piastroni di pietra serena, coperta da un pergolato di vigne, dove è possibile, e bello, soggiornare, pranzare, e cenare all’aperto. Una delle due stanze è adibita a cucina, e l’altra, a camera da letto e soggiorno, insieme. Le due stanze sono comunicanti, ma ognuna dispone di una propria porta d’ingresso. Anticamente, sotto la dominazione fiorentina, questi due locali costituivano la sede del Corpo di Guardia.
I soffitti delle due stanze al primo piano (o piano del borgo) sono a solaio ligneo. Si accede alle due stanze dal piano del borgo, di fianco alla porta medicea. I lavori di restauro, condotti recentemente allo scopo di rendere accoglienti le stanze di questa piccola ma importantissima casa, sono stati eseguiti con assoluto rispetto della realtà architettonica quattrocentesca.
I pavimenti sono stati restaurati con mattoni quattrocenteschi recuperati in case adiacenti ormai dirute. Originali del Quattrocento sono anche i soffitti lignei, e quelli a volta. Il camino, cinquecentesco, di pietra serena, è decorato con gigli scolpiti, e lo stesso fiore si ritrova nelle terrecotte antiche murate a ridosso del solaio della camera da letto. Il giglio è il motivo ricorrente nell’arredamento della casa, perfino nel ricamo delle tende alle finestre.
Elegante e discreta, la casa è arredata con mobili antichi: la piccola credenza, il tavolino e le sedie nella stanza di soggiorno, le ‘caprette’ del letto a due piazze e il piccolo guardaroba seicentesco a quattro ante, nella camera da letto. Dalla camera da letto si accede a un vano guardaroba, e alla toilette (con doccia). Nel soggiorno, un comodo divano letto può servire di emergenza in caso serva un comodo posto letto in più.
Le stampe antiche appese alle pareti sono originali e rappresentano località o vedute della Lunigiana. Vi sono, inoltre, un’antica incisione raffigurante un Cristo crocefisso dipinto su tavola, una tabella manoscritta seicentesca dei cambi delle monete, il ritratto del poeta Giovanni Fantoni, il ritratto di Leopoldo II, ultimo Granduca di Toscana.
La Casa del Giglio respira l’ambiente culturale del castello, e ne è parte integrante come foresteria per studiosi italiani e stranieri, e per turisti interessati alla cultura secolare di Lunigiana. Nel castello si susseguono esposizioni commentate di libri antichi, grazie alle possibilità che offre l’importante biblioteca, si parla di storia, di arte, di poesia, e soprattutto di come non perdere, o di come recuperare, il senso dell’identità, e di appartenenza.
Durante i periodi estivi è possibile che compagnie girovaghe, o pellegrine, innamorate di poesia, di teatro, e di musica, si accampino nella Loggia dei Mercanti per dare spettacoli, recitare poesie, fare musica di vario tipo, e raccontare favole.
Dimora della “Santina”
Distribuita su due piani, 6 posti letto, 1 camera matrimoniale, 1 una camera a due letti da un posto, 1 soggiorno con due letti da un posto, 1 bagno, 1 cucina.
Se, dalla seconda metà del Quattrocento fino alla seconda metà del Settecento, avessimo percorso il Borgo di Castiglione del Terziere, nel tratto che dalla porta medicea va verso Sud, incastonato tra le Case del Giglio e del Gallo e la Casa del Simonino, avremmo osservato un edificio con loggiato che sovrastava un breve tratto del Borgo e con piazzetta antistante. L’edificio al piano del borgo era formato da due fondachi, con porte gemelle, utilizzati per il deposito e per le operazioni di distribuzione delle granaglie nel territorio fiorentino del Capitanato di Giustizia di Castiglione del Terziere.
La distribuzione delle granaglie rispettava il numero delle ‘bocche’ (e cioè degli abitanti) dei vari castelli, fortezze, ‘terre’, e ‘ville’ che componevano il vasto territorio giurisdizionale.
L’edificio prese poi in nome di Casa della Santina del Simonino. Note romantiche traspaiono tra le righe di certe antiche scritture, dove si parla di Fiordispina, accoltellata nottetempo in un agguato tesole da un pretendente respinto nel buio sotto la volta della porta medicea.
La casa è stata modificata in seguito al terremoto del 1920, e ristrutturata nei primi anni Sessanta. Recentissimamente sono stati condotti lavori che hanno rimesso in buona evidenza parte della facciata quattrocentesca originale, e l’arredamento è stato realizzato con mobili di alta qualità dei primi Novecento. Un gioiosa eleganza informa di sé tutta la casa. La casa è composta da due camere da letto, da una cucina, e un bagno. Il tutto in ottimo stato di conservazione.
– Al piano terreno si ha un soggiorno (che all’occorrenza può essere utilizzato come camera da letto), e da una cucina, luminosissima, e molto elegante.
– Al piano superiore si uno spazio ampio e aperto dove un mobile d’epoca funge da guardaroba, a una camera a due letti gemelli, con comode e comodini di notevole qualità, e da un delizioso angolo di lettura. Sulle pareti sono appesi dipinti ad olio di un grande modista fiorentino, e molti disegni di modelli d’abito per signora originali degli anni Sessanta.
Arricchiscono la ‘rimembranza’ del grande modista, alcune fotografie di attrici famose che indossano modelli di cappelli realizzati a Firenze negli anni Sessanta della Ditta GI.Gi of Florence, il più famoso atelier di cappelli per signora, e alcuni cappelli realizzati e in perfetto stato di conservazione, opera del grande ‘modista’ Giulio Ponsecchi.
La ‘presenza’ documentaria dell’opera del Ponsecchi è motivata dalla predilezione che il Maestro aveva avvertito per le attività culturali di Castiglione del Terziere. Di fronte alla casa si ha una piazzetta ad uso esclusivo incastonata su tre lati da case restaurate con eccezionale fedeltà e compostezza.
Il “Corpo di Guardia”
Distribuita su un piano, 2 posti letto, 1 camera da letto da due posti, 1 bagno, cucina con accesso alla loggia esterna.
Il corpo di guardia, a guardia della buona sorte.
L’appartamento al piano terreno, o della loggia, è composto da cucina, camera, e bagno. I soffitti delle stanze sono a volta.
Dalle due stanze si accede a una vasta loggia (loggia dei mercanti), coperta da un grande pergolato, dove è possibile, e bello, soggiornare, pranzare, e cenare all’aperto.
Dimora del “Simonino”
Distribuita su tre piani, 8 posti letto, 4 camere da letto, 3 bagni, 1 cucina, 1 sala da pranzo e due soggiorni, 2 terrazze, loggia esterna. Edificio storico in ottimo stato dispone di tre ingressi, due di rappresentanza e uno di servizio.
Primo ingresso: Si trova al piano del borgo soprano. E’ una stanza vasta, arredata con un’antica e straordinaria ‘panca da guardia’ (che nei secoli scorsi era sitauata nel corpo di guardia della guarnigione fiorentina a Castiglione del Terziere), e con una splendida statua lignea policroma di San Leonardo, Patrono del paese. Il pavimento, di cotto toscano, è originale del Cinquecento.
Il soffitto, a solaio ligneo, è originale del Cinquecento. Una finestra ampia come l’intera parete, in ferro e cristallo, apre la vista sulla sottostante ‘Loggia dei Mercanti’, dove anticamente si stabilivano i prezzi e si trattava l’acquisto di grano, grano turco, etc. per tutta la Lunigiana Granducale Fiorentina. La loggia è a disposizione della Casa del Simonino.
Salotto di soggiorno: Dal primo ingresso si accede ad un salotto di soggiorno, dotato di un camino di pietra serena del Cinquecento, e a una loggia coperta. Dal salotto di soggiorno si accede a due camere da letto. La prima è con soffitto a volta del Cinquecento, ed è arredata con un letto da una piazza e mezzo, opera di abile ebanista cinquecentesco, con un delizioso armadio dipinto del Seicento, e con due incisioni originali di Stefano Della Bella, rappresentanti scene di battaglia, e una statuetta lignea policroma antica di fattura paesana, poggiata sopra una mensola lignea antica. Una piccola finestra guarda sul borgo soprano. La seconda è con vista sulla valle, bagno esclusivo, mobili (letto a due piazze, e armadio) del Settecento. Altri oggetti d’utilità.
Livello superiore: a questo si accede con scala lignea dal soggiorno. E’ composto da due camere da letto, e da un ampio soggiorno-studio. La prima è arredata con un letto da una piazza e mezzo, cinquecentesco, molto bello, un tavolinetto antico funge da comodino, una sedia inginocchiatoio del Seicento, e un camino con architrave ligneo. La seconda è a due letti, con armadio, e vista sul borgo. Un stanza da bagno con doccia in comune per le due camere. Loggia con veduta spettacolare, altissima sulla sottostante strada.
Livello inferiore, al quale si accede sia dal livello del borgo, tramite scala in ferro e corda, o direttamente attraverso due ingressi dalla ‘Loggia dei Mercanti’ Qui abbiamo, un piccolo soggiorno d’ingresso arredato convenientemente, una vasta sala da pranzo con grande camino cinquecentesco di pietra arenaria, molte seggiole antiche e una antichissima panca con figure di drago nella spalliera, e la cucina con sua dispensa, e sua stanza di servizio, arredata con una antica madia da fare il pane, un tavolo da lavoro antico, e attrezzature della cucina modernissime e nuovissime. Una stanza di servizio alla cucina, che ci apre sulla
‘Loggia dei Mercanti’
Dimora del “Bargello”
Distribuita su due piani.
Piano del borgo: ingresso, due ampie sale arredate con mobili antichi e dipinti originali di notevole effetto. Cucina, saletta da pranzo deliziosa. Rampa di scale comode per l’accesso al piano superiore
Piano superiore: due camere matrimoniali arredate elegantemente, una camera con due lettini singoli, due stanze da bagno, una con vasca e l’altra con doccia
Palazzo Porcellotti o del Bargello di Lunigiana
Le fondamenta dell’edificio risalgono al Quattrocento e alcune strutture lapidee interne alla casa lo confermano. La casa, detta ‘palazzo Porcellotti’, appartenne a una illustre famiglia di giuristi, notai e religiosi.
Fra i giuristi sono ricordati nel Cinquecento Pier Maria – nel Seicento Antonio Maria e Flaminio di Pier Maria (che rappresenta il marchese di Groppoli presso la Corte Granducale di Giustizia di Castiglione del Terziere) Pedro Maria di Antonio Porcellotti e Francesco di Stefano Porcellotti insieme a Camillo di Baldassare Turriani nel 1588 furono “…eletti deputati a viva voce dalli homini et Università di detto Comune [di Castiglione del Terziere]” ad apportare le “…additioni, correttioni, limitationi et Capituli…” agli antichi Statuti di Castiglione del Terziere…”
Fra i notai si ricordano – nel Seicento Carlo, Lazzaro, Gio. Battista ‘notari pubblici fiorentini’, e Carlo Antonio, Vicario di Terrarossa.
Fra i religiosi si ricordano – alla fine del Quattrocento il Rettore della Chiesa di San Leonardo di Castiglione del Terziere, che “…Nell’anno 1502 vide anch’egli le lacrime che uscivano da un’immagine di Maria Vergine…”, quadro e devozione che dettero origine al Convento dei Padri Serviti di Firenze a Castiglione del Terziere – nel Seicento monsignor Stefano, Priore di San Michele Arcangelo in Arezzo, e monsignor Francesco, che successe allo zio nello stesso Priorato.
Nel corso dei secoli la Famiglia Porcellotti contrasse alleanze matrimoniali con altre famiglie di censo: i Turriani da Castiglione del Terziere, discendenti dei principi Turriani di Milano – i Mazzini da Compione, poi stabilitisi a Castiglione del Terziere nell’edificio che fin dai primi anni del Cinquecento costituì il Convento dei Padri Serviti di Firenze – i Cortesini da Bagnone – i Salvatori da Caprio – i Righini da Pontremoli – i Cressia da Filetto, e Altri.
Fin dal 1618 il Governo Fiorentino allo scopo di facilitare “…che i garzoni et famigli del Bargello [di Castiglione del Terziere] possino stare et abitare in codeste parti…” aveva ordinato di reperire una casa “…in cotesta Terra per loro habitatione…”, e così il palazzo Porcellotti fu “appigionato” da Antonio Maria Porcellotti al Governo per farne la sede del Bargello.
Carlo Porcellotti e Camillo Turriani ‘perorarono’ presso il Governo Toscano in Firenze il ‘partito’ preso dal Console e dai Rappresentanti della Comunità di Castiglione del Terziere, il 18 agosto 1687, di “…darsi un Maestro di Scuola … tenuto a insegnare alli loro figli le Virtù, i buoni portamenti…”
Nel tardo Ottocento, l’edificio viene utilizzato quale casa canonica della chiesa di S. Leonardo.